Grande anello Salviano - Calignaia

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Descrizione breve:
Grande anello dei sentieri tra le valli del Rio Ardenza, dei Mulini, del Chioma e del Calignaia
1 – 4 – 5 - 2
Interesse prevalente:
Turistico/paesaggistico
Mappa dell'itinerario:
map86 mini
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Allegati:
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Località di partenza:
Parcheggio del parco pubblico di Villa Corridi, in via di Collinaia
Località di arrivo:
idem
Accesso al punto di partenza:
Auto e bus
Lunghezza complessiva:
39 Km. (3D)
Dislivello totale in salita:
1200 m. circa  Altimetria
 
Modalità di percorrenza:
MTB - a piedi - parzialmente a cavallo
Tempi medi di percorrenza:
MTB: 5 ore
Difficoltà:
MTB: medio/alta (solo alcuni brevi tratti difficili)
Principali punti di interesse:
Molti punti altamente panoramici
Note:
C'è una sola possibilità di approvvigionarsi d'acqua durante il giro e si trova a Castellaccio, quindi a 3/4 dell'intero percorso. Si raccomanda di portarsene una buona scorta, specie nella stagione estiva.
Links utili:
Descrizione dell'itinerario:
Premessa
CalignaiaQuesto itinerario è stato studiato e preparato allo scopo di far conoscere i più bei "singletrack" (gli appassionati di MTB chiamano così i sentieri che più amano, quelli stretti dove si passa uno per volta) della zona immediatamente ad est e a sud di Livorno.
Il tracciato è organizzato in modo tale da formare degli "anelli" secondari, che ben si prestano ad escursioni in MTB più brevi, oppure anche (e soprattutto) a piedi: basta cambiare punto di partenza/arrivo. Ad esempio, molto bello ed appagante è il giro che parte dal ponte di Calignaia, percorre il lato nord della valle omonima (destra orografica), arriva sin quasi alle sorgenti del torrente e, cambiando versante, ridiscende fino al mare in un ambiente a dir poco spettacolare e, sinora, poco conosciuto.
Detto questo, passiamo alla descrizione, suddivisa in 4 parti per la sua lunghezza e per permetterne l'uso anzidetto...
(segue)

 
Segue descrizione dell'itinerario:
1ª parte: dalla Leccia a Pian della Rena
Dal parcheggio di Villa Corridi si torna per poche decine di metri verso Salviano, poi s'imbocca a dx via del Vecchio Lazzeretto fino ad incontrare la pista ciclabile che scende a sx. Questa attraversa un ponticello e lambisce le abitazioni della Leccia, diventa stradello e termina in una poderale delimitata da una recinzione, da prendere verso sx. Si trova una sbarra e si devia a dx attraverso il campo, puntando verso il crinale delle prime basse colline, dove lo stradello diventa sentiero e, rasentando alcune recinzioni, ci riporta al Vecchio Lazzeretto. Al termine di un piccolo tratto asfaltato, si tiene la dx in via della Ghiandaia, poi a sx proseguendo in salita si trova un tratto sterrato quasi in piano, alla fine del quale si gira a dx e si ricomincia a salire, allontanadosi finalmente dalla zona urbanizzata.
Giunti al campo poco distante si sale, lungo il margine a sx, con un breve strappo ripido che ci porta fino alla recinzione in alto.
DSC00005Da questo punto si gode una bella vista della città.
Dall'angolo sx del campo parte un sentiero che, dopo pochi metri si divide; prendiamo a dx e cominciamo a scendere per un breve tratto un po' rovinato dai motociclisti. Tenendosi sempre sul sentiero principale si ricomincia a salire fino a sbucare sulla strada sterrata in mezzo alle case della località Bellosguardo, da percorrere verso dx fino a raggiungere uno slargo davanti ad un cancello dove, quasi fosse una rotatoria, occorre prendere la seconda "uscita" a dx. Al termine della recinzione si prosegue a dritto sul sentiero in piano che offre una bella vista verso sud.
Ignorando la prima deviazione a dx che scende direttamente alle Ferriere, poco più avanti s'imbocca la discesa impegnativa da poco riaperta che, tenendo sempre la sx, ci porta con alcuni saliscendi al ponte del Diavolo.
Attraversata la provinciale, di fronte imbocchiamo l'ex sentiero "02" della carta "2 passi nel verde", ripido in alcuni tratti ma molto divertente: da quando è stato sistemato a dovere è talmente battuto che non si può sbagliare.
Arrivati senza interruzioni fino ad incrociare la tagliafuoco che parte dal "Puntone", scendiamo verso dx per circa 900 m., prestando attenzione all'imboccatura pooco visibile di un sentiero a sx (l'unico presente da quella parte), che ci porta rapidamente ad incrociare il sentiero "Sperticaia" (che percorreremo al ritorno): al bivio tenere la dx e, dopo pochi metri, ancora giù a sx fino a sbucare sulla ex strada della cava di steatite (è proprio quella che s'imboccava da via della Giorgia prima che i proprietari la chiudessero con la "famosa" sbarra). Prendiamo a dx fino ai primi recinti, poi, poco prima della deviazione per il guado, giriamo a sx superando un piccolo ponticello e affrontiamo un breve strappo che ci porta alla Fattoria (oggi rinomato agriturismo) l'Ongrilli. Si sale sulla strada bianca fin quasi al punto in cui si scollina dove, in corrispondenza di uno slargo di fronte ad un cancello, si imbocca a sx il viottolo che portava al vecchio "campo da motocross", in uso fino agli anni '70 ed oggi ritornato ad essere un semplice campo dove, talvolta, pascolano i muli dell'agriturismo. Proseguiamo in piano fino al margine del bosco, dove troviamo l'ingresso di un sentiero, dapprima in leggera salita, poi in continuo saliscendi che ci porterà ad un guado oltrepassato il quale incrociamo il sentiero che scende da Poggio alle Vacche.
DSC00009Prendiamo a sx e dopo una breve discesa ci immettiamo sulla strada della ex cava di steatite, dove proseguiremo in salita verso dx. E' un lungo acciottolato molto disagevole, da affrontare con un ritmo sostenuto per riuscire a non perdere la pedalata per colpa del fondo sconnesso.
Non senza fatica, si arriva alla comunità di Pian della Rena, dove potremmo trovare alcuni cani assolutamente inoffensivi.
Salendo la strada bianca di acceso alla Comunità, prendiamo la prima deviazione a sx, che ci porterà in leggera salita fino ad incrociare la strada forestale antincendio ("Spaccafiamme") che viene dal Castellaccio, che percorriamo verso sx per un breve tratto quasi in piano. Poco più avanti troviamo un bivio a sx da ignorare (è ancora una volta lo "Sperticaia" che, se volessimo terminare anzitempo il percorso, ci riporterebbe in località "Puntone" e Sant'Alò da dove ritorneremmo facilmente alla partenza).
(segue)


Segue descrizione dell'itinerario:
2ª parte: da Pian della Rena alle Piagge
Sulla strada antincendio, immediatamente dopo lo Sperticaia si prenderà a dx,i percorrendo il sentiero detto "Piedi bagnati" (prima di essere sistemato costringeva a portare la bici a spalla per un lungo tratto nel letto del torrentello...): all'inizio c'è una pietraia da affrontare con cautela, poi diventa un lungo saliscendi molto pedalabile che ci accompagnerà fino ad un punto senza vegetazione, chiamato dai cacciatori "Sassicaia" (non c'entra con il vino omonimo, è solo dovuto alla quantità di pietre presenti). E' un vero crocevia che presenta due ingressi di sentieri sulla dx che ci porterebbero verso la fattoria Quarata: proseguiamo, invece, sul sentiero principale che curva lentamente a sx e continua in saliscendi nel bosco.
Ignoriamo tutti i bivi a dx e sx e rimaniamo a mezza costa per un lungo tratto, fino a sbucare sul sentiero del "Tronco bruciato" (proprio in corrispondenza di questo) che scende ripido da sx. E' il momento, per chi sa cosa significa, di abbassare la sella...
Si prende a scendere verso dx, dove troviamo una bella discesa tecnica che s'infila nel sottobosco e non permette distrazioni, portandoci fino ai campi ex-coltivati sotto la fattoria Quarata. Si percorre il margine del campo a sx fino in fondo, dove troviamo un guado e riprendiamo a salire dall'atra parte, su uno stradello che diventa, in cima al poggetto, molto panoramico, con vista a 360° da Nibbiaia a Castellaccio all'alta valle del Chioma e fattoria del Gorgo.
HPIM4818Scendiamo dalla parte opposta e raggiungiamo la strada bianca del fondo valle, nel punto in cui si biforca tra la valle del Chioma e quella del Quarata. Pochi metri a dx, poi giriamo a sx e scendiamo a guadare il Quarata come volessimo prendere la direzione di Quercianella: appena superato il torrente, invece, imbocchiamo a dx un sentiero detto del "Farmacista" che, con un divertente saliscendi nel bosco, ci permette di rimanere paralleli al torrente, sul versante opposto della strada bianca che va alla fattoria e,  successivamete, sale verso la "Curva Nuvolari".
Dopo un lungo tratto in piano, troviamo un bivio a sx e cominciamo a salire, sempre in mezzo al bosco, quello che viene chiamato il sentiero della "Sella".
E' un impegnativo zig zag in salita che ci porterebbe direttamente sulla strada bianca che unisce la Curva Nuvolari alla Casa dei Corsi. Per questo percorso abbiamo scelto di compiere una "divagazione" che ci garantisce una minore pendenza da superare, allungando un po' il tragitto: poco dopo aver superato un "gradone" di pietra, in corrispondenza di uno spiazzo prendiamo la deviazione a sx e, dopo un piccolo guado, seguiamo a mezza costa un sentiero gradevole che, ad un certo punto, piega a dx e comincia a salire gradatamente. Teniamo la destra al bivio successivo e saliamo fino alla strada bianca, proprio in prossimità della Casa dei Corsi, che imbocchiamo verso dx.
Questa carrareccia, ben pedalabile, ci porterà fino all'asfalto della provinciale, quel "Circuito di Montenero" che fu teatro di storiche corse automobilistiche alle quali partecipò anche Tazio Nuvolari, cui è intitolato il curvone in prossimità del quale sbuca la nostra sterrata.
Dal piazzale del parcheggio adiacente la "baracchina verde" (bar e trattoria, aperto solo l'estate nei festivi e prefestivi) dove ferma anche il bus, c'infiliamo in un evidente (e poco pulito) stradello che scende verso il bosco, che abbandoniamo dopo poche decine di metri per un sentiero aperto di recente che scende deciso verso sx, poi curva pian piano a dx e s'immette nel sentiero principale che prendiamo verso sx.
E' una discesa abbastanza lunga, inframezzata da alcune brevi risalite, che ci permette, passando dietro a case e campeggi, di evitare tutto l'asfalto pur rimanendone paralleli.
Sarebbe utile seguire la traccia GPS, perchè il sentiero è abbastanza "contorto": in mancanza di questo, bisogna stare attenti a rimanere sul percorso più battuto. Con una breve risalita si giunge ad un campo, ne percorriamo il margine alto fino a sbucare su una strada poderale da prendere verso dx, poi, al bivio successivo ancora a dx ed arriviamo ad una catena, che superiamo di lato. Siamo di nuovo sull'asfalto del "Circuito", lo attraversiamo ed imbocchiamo un nuovo stradello chiuso anch'esso da un cavo. Dopo una breve discesa, ci troviamo nella parte più bassa dei campi ex coltivati della località "le Piagge".
 
(segue)

 
Segue descrizione dell'itinerario:
3ª parte: dalle Piagge a Castellaccio
HPIM4823Attraversato il campo, sul margine del bosco incrociamo un sentiero che prendiamo verso sx, superiamo una catena e scendiamo verso un piccolo guado, dopo il quale si prende a salire. Ad un primo ed un secondo bivio occorre tenere la dx, rimanendo sul sentiero principale che sale, con qualche tratto in piano, fino ad incontrare la strada sterrata che scende dal Semaforo del Montaccio, raggiunta la quale gireremo a sx.
Al successivo bivio ("Piazzale dei Colombi"), dovremo imboccare una deviazione poco evidente a sx, proprio di fronte all'inizio della "Via dell'Esbosco" che scende verso Calafuria. Prestando attenzione in caso di terreno umido, con una ripida quanto breve discesa si arriva su uno stradello in piano, lo si percorre verso dx fino al primo bivio dove scendiamo a sx per poche decine di metri: abbiamo raggiunto il grande sentiero che, dalla nostra dx, proviene dal ponte di Calignaia e che percorreremo al ritorno.
Adesso giriamo a sx e, dopo circa 40 m., ci immettiamo in una deviazione a dx che ci porterà, con una bella ed impegnativa discesa, fino al fondovalle del torrente Calignaia: dopo averne seguito il percorso per un breve tratto da entrambi i lati, usciamo dal bosco.
Una piccola scarpata, pedalabile solo per i più smaliziati, ci conduce al luogo magico del piano di cava, circondato da alte pareti di roccia.
Continuiamo in direzione del mare, ormai vicino, sbucando sull'Aurelia in corrispondenza di una catena. Nel percorrere il ponte di Calignaia verso nord, occorre fare attenzione al traffico veicolare, valutando la possibilità di percorrere il camminamento tra guard-rail e spalletta del ponte lato terra (a piedi è una scelta obbligata). Dal lato opposto del ponte, appena termina la spalletta, giriamo a dx ed iniziamo a salire su uno stradello altamente panoramico che, in tempi ormai lontani, collegava l'Aurelia alla zona di escavazione più alta.
Purtroppo un tratto dell'antico percorso è franato a valle (siamo già ritornati a circa 100 m. s.l.m.), ma grazie ad un breve bypass da percorrere a spinta sull'argine sx della frana, si riesce a guadagnare di nuovo l'altro lato e a proseguire.
Prima di arrivare ai ruderi dei vecchi edifici di servizio della cava, avremo l'occasione di ammirare ancora il fantastico panorama della valle e della costa; oltre il rudere troviamo il piano della cava alta, poi risaliamo dal lato opposto (ripidamente per i primi metri), rientrando nel bosco. In breve ci ritroveremo al punto già percorso all'andata, ma stavolta proseguiamo sempre dritti ed in leggera salita, fino a guadagnare il sentiero in piano, da percorrere verso dx. Superato uno spartano ponticello, inizia un lungo e piacevole saliscendi che arriva ad un appostamento di caccia e prosegue poi nel bosco, fino a ritornare sul sentiero proveniente dalle Piagge, che percorreremo a ritroso fino alla catena trasversale. Oltrepassata questa, a dritto per 50 m.: ignorando la prima deviazione, prendiamo la seconda che sale decisamente a sx. Quando inizia la pineta e la salita si fa meno ripida, è il momento di girare a sx in leggera discesa, poi ancora a sx in salita fino a sbucare nei campi sotto a Casa Pinarelli, che si attraversano in leggera salita. Lungo il margine opposto del campo, prendiamo a dx e saliamo ancora con uno zig zag che ci porterà, non senza fatica, alla strada del Montaccio che percorreremo a dx fino alla strada asfaltata, nei pressi dell'abitato del Castellaccio.
(segue)
 

 
Segue descrizione dell'itinerario:
4ª parte: da Castellaccio a Villa Corridi
Percorrendo la strada del Castellaccio in direzione della città, dopo poche decine di metri dobbiamo svoltare a dx (appena superato il numero civico 235) poi subito a sx, percorrend quella che sembra un'"aia" tra le basse abitazioni e che, dopo poco, diventa uno stradello che attraversa i campi ed entra nella macchia bassa. IL sentiero, sempre ben evidente e pedalabile, ci porta ad incrociare la strada tagliafuoco che dal Castellaccio scende verso Pian della Rena, che imbocchiamo verso dx. Dopo poco meno di un km., ignorando il bivio a sx, ci troviamo nuovamente sul tratto già percorso alla fine della prima parte dell'itinerario: stavolta, pochi metri prima del punto in cui avevamo imboccato il sentiero verso dx, ci infiliamo dalla parte opposta (quindi a sx) in un sentiero reso molto evidente dal passaggio quotidiano di innumerevoli MTB. Si tratta del "famoso" (tra gli appassionati) sentiero dello Sperticaia, uno dei più lunghi e piacevoli "single track" di tutto il comprensorio, nato solo recentemente dalla passione di un gruppetto di amanti della MTB che si sono sobbarcati l'onere di risistemarne il tracciato che era, ormai, completamente chiuso e abbandonato.
Dopo quasi due km di discesa nel magnifico bosco, ignoriamo l'unico bivio (è il sentiero percorso all'inizio del giro) e proseguimo dritti in saliscendi fino ad uscire nei campi dai quali si gode un bel panorama, in prossimità del podere Puntone. DSC00003
Percorriamo il sentiero in discesa ed arriviamo alla strada poderale di via delle Fattorie, che prendiamo verso sx. Dopo poco, superati alcuni accessi laterali privati, lo stradello diventa sentiero e scende ripidamente verso il fondovalle, dove imbocchiamo verso dx, in leggera discesa, una strada bianca che corre parallela al botro del Mulino. In breve tempo arriviamo al termine della strada, dove essa confluisce nella asfaltata di Sant'Alò, proprio in prossimità dell'omonima villa. A causa di una frana la strada è chiusa al traffico veicolare, ma in bici e a piedi si può passare egevolmente dal marciapiedi lato monte.
Al bivio in fondo alla strada prendiamo a dx ed arriviamo davanti allo Stillo, giriamo a sx e poi subito a dx nel sentiero che sale lungo il margine del campo, rasentando la recinzione dell'ex stabilimento molitorio e di distillazione della famiglia Corridi, oggi trasformato in abitazioni.
Siamo di nuovo sulla via di Collinaia, che prendiamo a dx e che ci porta rapidamente fino al parcheggio da cui eravamo partiti.
 

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